L'autore del quarto Vangelo e dell'Apocalisse, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo maggiore, venne considerato dal Sinedrio un «incolto».
In realtà i suoi scritti sono la vetta più alta della teologia cristiana.
La sua propensione più alla contemplazione che all'azione non deve farlo credere, però, una figura "eterea".
Si pensi al soprannome con cui Gesù, di cui fu discepolo tra i Dodici, chiamò lui e il fratello: «figli del tuono».
Lui si definisce semplicemente «il discepolo che Gesù amava».
Assistette alla Passione con Maria.
Con lei, dice la tradizione, visse a Efeso.
Qui morì tra fine del I e l'inizio del II secolo, dopo l'esilio a Patmos.
Per Paolo era una «colonna» della Chiesa, come Pietro e Giacomo.
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