Clemente, romano, era un discepolo di San Paolo e suo collaboratore a Filippi.
Fu nominato vescovo da San Pietro.
La tradizione lo presenta figlio del senatore Faustino della gens Flavia, parente quindi dell'imperatore Domiziano.
Quest' imperatore nel 95 scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani.
Questa persecuzione fece molte vittime illustri come ad esempio il console Flavio Clemente, marito di Domitilla, nipote di Domiziano.
Altra vittima di rilievo fu San Giovanni Evangelista che però uscì indenne dal martirio dell'olio bollente.
Fu quindi esiliato nell'isola di Patmos dove scrisse la sua Apocalisse.
Clemente fu Papa dall'88 al 97.
Nel 96 scoppiò un conflitto nella chiesa di Corinto: un gruppo di giovani ecclesiasti contestò a diversi presbiteri la direzione della comunità di quella città.
Clemente con una lettera li richiamò alla necessità di obbedire alle autorità tradizionali della chiesa, esortandoli a fuggire i falsi dottori.
La lettera fu accolta con grande rispetto e diventò oggetto di meditazione nella celebrazione della messa domenicale.
Si tratta della famosa Lettera ai Corinti.
E' il primo testo che afferma la superiorità del vescovo di Roma su tutte le chiese sparse per il mondo.
Sotto il pontificato di Clemente I il cristianesimo fece nuovi proseliti e si sviluppò sempre più in Oriente.
A Roma Clemente stesso operò con impegno il suo apostolato.
Nel 97 l'imperatore Nerva esiliò San Clemente nel Chersoneso.
A Roma lo sostituì papa Evaristo.
Nella terra d'esilio, il Ponto Eusino svolse opera di evangelizzazione e s'incontrò con circa 2000 cristiani condannati ai lavori forzati nelle cave di marmo e li incoraggiò ad aver fede.
Compì nuove conversioni e la notizia irritò il nuovo imperatore Traiano.
Gli venne ordinato di sacrificare agli dei e Clemente ovviamente rifiutò.
Venne eseguita la condanna a morte: fu gettato nel mar Nero con un'ancora al collo.
Questo avvenne nell'anno 100.
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