sabato 5 aprile 2008

Terza Meditazione

2. Dalla carità economica alla carità immanente: l'ontologia trinitaria della carità

La fede percepisce che «Dio è amore» (1Gv 4,8.16), raccontando il vangelo della carità.
In altre parole la verità economica dell'evento, cioè quella storico‑salvifica, conduce alla verità immanente, quella indeducibile, del mistero.
L'evento carità di Gesù, che ha il suo compimento nella Pasqua, è manifestazione dell'essere carità di Dio. La storia trinitaria è la manifestazione nel tempo dell'ontologia trinitaria della carità.
Solo perché Dio è in sé carità, che può rivelarsi nel tempo anche come carità.
L'uomo può riconoscere e professare Dio così com'è, perché Egli si rivela e offre all'uomo. Si ha, quindi, la possibilità di passare dalla carità economica a quella immanente.
La storia del Padre, del Figlio e dello Spirito, nell'unità indivisa del loro essere e operare, ci rivela che Dio, nella sua vita intima, è amore.
Egli non è l'Io assoluto ripiegato e chiuso in se stesso, «occupato nella contemplazione della propria perfezione»[1].
E' apertura, trabocco d'amore che suscita relazione[2]. E' il travaso dell'Amante nell'Amato, nell'Amore donato e unificante.
L'amore è trinitario!
Non si dà amore in un soggetto solitario[3].
«In verità, così si esprime mirabilmente Sant'Agostino, vedi la Trinità se vedi l'amore»[4].
«Ecco, sono tre: l'Amante, l'Amato e l'Amore»[5].
«E non più di tre: uno che ama colui che viene da lui, uno che ama colui da cui viene e l'amore stesso»[6].
Dio nella sua natura è amore:
L'essenza o sostanza divina è amore in eterno movimento:
- di donazione di sé come Amore amante,
- di accoglienza di sé come Amore amato,
- di comunione nell'amore come Amore sussistente ed estatico.
E' l'unico e medesimo amore nella diversità tripersonale del Padre (generante), del Figlio (generato) e dello Spirito Santo (donato e unificante nell'amore)[7].
Il Padre è l'origine non originata e il fondamento infondato dell'amore. Amore puramente amante, come tale generativo dell'amato, oggetto dell'amore.
E' «l'Io amo» non procedente da alcuno. In lui l'amore divino è paterno: iniziativa pura, mera sorgività, totale gratuità e oblatività[8].
Destinatario dell'amore del Padre è il Figlio, consustanziale nell'amore[9], ma amato nella singolarità personale dell'Amore.
Egli è:
- il Tu procedente dall'amore generativo del Padre;
- il generato dell'Amore;
- il prediletto nel quale il Padre si compiace (Mt 3,17; 17,5).
Egli è l'amato in cui l'amore divino diventa filiale, amore accolto e ricambiato. Il Figlio non è passivo nell'amore ma, «ricevendo tutto dal Padre, ratifica pienamente la sua generazione in un "sì" al Padre che coincide con il suo essere»[10].
Il dono del Padre non è trattenuto dal Figlio. Egli «non riceverebbe il donarsi del Padre se tenesse per sé questo dono e non lo donasse a sua volta. Così lui è in quanto si riceve interamente dal Padre e nuovamente al Padre tutto si dona»[11].
Così, mentre nel Padre l'amore è «pura origine che si diffonde», nel Figlio è «pura trasmissione e comunicazione», è amore ricevuto e corrisposto[12].
Il Figlio è accoglienza riconoscente d'amore[13].
Si determina, dunque, una comunione compiacente del Padre nel Figlio e riconoscente del Figlio al Padre, in cui consiste l'Amore divino.
Questo è lo Spirito Santo: l'Amore sussistente del Padre e del Figlio[14].
«Nella sua vita intima Dio "è amore" (1Gv 4,8.16), amore essenziale comune alle tre divine persone: amore personale è lo Spirito Santo, come Spirito del Padre e del Figlio»[15].
In Dio Amore lo Spirito è l'Amore: l'Amore ipostatico, l'Amore Persona. Egli è l'Amore vicendevole che unisce nella comunione[16].
Lo Spirito è, dunque, l'Amore personale non in quanto soggetto o oggetto dell'amore in Dio. Sono, infatti, la persona del Padre e la persona del Figlio il soggetto e l'oggetto di questo amore. Il Padre, cioè, ama il Figlio e il Figlio il Padre.
Lo Spirito Santo è l'Amore personale in quanto reciprocità d'amore, mutuo amore tra il Padre e il Figlio[17].
L'amore mutuo è, in verità, «non l'amore soggetto e oggetto, ma l'amore soggetto e soggetto, intersoggettivo o interpersonale, l'amore propriamente tra persone»[18]. Lo Spirito Santo è l'Amore tra il Padre e il Figlio, «per identità personale»[19]: «Lo Spirito Santo è, nella sua proprietà ipostatica, Amore personale tra persone»[20]. Contemporaneamente Amore dono e Amore vincolo.
Egli è l'amore della persona amante per la persona amata. E' l'Amore dono[21] che da esse procede, nel quale gli amanti si amano[22].
Amare è voler bene, volere il bene dell'amato. Lo Spirito Santo è il Bene divino che il Padre vuole e dona al Figlio e che il Figlio corrisponde al Padre. E' la Bontà assoluta che il Padre ama nel Figlio e il Figlio ama nel Padre[23].
Il Padre e il Figlio si amano nel dono e nell'unità dello Spirito Santo. In questa unità realizzano quella comunione di reciproca pericoresi, per cui il Padre e il Figlio sono uno (cf Gv 10,30.38; 14,9‑11), senza non solo perdere o sminuire la loro personale identità, ma affermandola sommamente.
Nella sua qualità di mutuo amore del Padre e del Figlio, lo Spirito è l'Amore donato e unificante nella comunione.
Nello Spirito, Amore personale divino, si compie il dono personalizzante dell'amore, per cui Dio è in se stesso dialogo trinitario di amore, cioè, amore unico e medesimo che, comunicandosi, individualizza le persone[24].
Dio è unità consustanziale d'amore delle tre divine persone, che si distinguono nelle relazioni d'amore e si riunificano nell'amore essenziale[25].
Dio è carità, cioè unità consustanziale d'amore, nella distinzione relazionale delle persone.
[1] DUQUOC C., Un Dio diverso. Saggio sulla simbolica trinitaria, Brescia 1985, p. 117.
[2] MOLTMANN J., Trinità e Regno di Dio. La dottrina su Dio, Brescia 1983, p. 69.
[3] «L'amore non può essere concepito se non in modo personale e interpersonale» (KASPER W., Il Dio di Gesù Cristo, op. cit., p. 398).
[4] S. Agostino, De Trinitate, VIII, 8, 12; PL 42, 958.
[5] S. Agostino, De Trinitate, VIII, 10, 14; PL 42, 960.
[6] S. Agostino, De Trinitate, VI, 5, 7; PL 42, 928.
[7] Cf KASPER W., Il Dio di Gesù Cristo, op. cit., p. 408.
[8] Cf FORTE B., Trinità come storia, op. cit., p. 97.
[9] Cf Simbolo costantinopolitano, in DS 150.
[10] WOLINSKI J., Le mystère de l'Esprit Saint, in L'Esprit Saint, Faculté Universitaire Saint‑Lonis, Bruxelles 1978, p. 159.
[11] KASPER W., Il Dio di Gesù Cristo, op. cit., p. 411.
[12] Cf Ivi, pp. 410‑411.
[13] Ivi, p. 411.
[14] Cf GILLEMAN G., Il primato della carità in teologia morale, Brescia 1959, pp. 151.159).
[15] Giovanni Paolo II, Enciclica Dominum et vivificantem, 10, in Ench. Vat. 10, 472.
[16] BOURASSA F., Questions de théologie trinitaire, Presses de l'Université Gregorienne, Roma 1970, p. 72. (Le parentesi e i corsivi sono nostri).
[17] Cf Ivi, pp. 78‑79. «Lo Spirito Santo è l'Amore personale tanto del Padre quanto del Figlio» (Pio XII, Enciclica Hauretis aquas, in Acta Apostolicae Sedis 48(1956), 310). «Lo Spirito Paraclito... è l'amore personale, è l'amore del Padre per il Figlio e del Figlio per il Padre» (Ivi, 335).
[18] BOURASSA F., Questions de théologie trinitaire, op. cit., p. 79.
[19] Ivi, p. 79.
[20] Ivi, p. 102.
[21] Lo Spirito Santo è «l'amore‑dono increato» (Giovanni Paolo II, Enciclica Dives in misericordia, 10, in Ench. Vat. 10, 472).
[22] BOURASSA F., Questions de théologie trinitaire, op. cit., p. 84.
[23] Cf WOLINSKI J., Le mystère de l'Esprit Saint, op. cit., p. 161.
[24] Cf BORDONI M., La dimensione della carità, op. cit., pp. 87‑91; Gesù di Nazareth, op. cit., vol. II, p. 308; vol. III, p. 519.
[25] Cf KASPER W., Il Dio di Gesù Cristo, op. cit., p. 399; FORTE B., Trinità come storia, op. cit., p. 154.

Nessun commento: